L’IDEA DEL VIAGGIO IN ALASKA
Nell’immaginario collettivo l’Alaska ha sempre rappresentato il paese selvaggio per eccellenza. Io, come molti altri, sono sempre rimasto affascinato da quegli sconfinati paesaggi e dalla possibilità di vedere animali ovunque. I numerosi documentari visti hanno contribuito senza dubbio nella scelta di avventurarci in queste terre sperdute. In particolare quelli sul Denali National Park e la Kenai peninsula mi hanno fatto viaggiare con la testa e decidere impulsivamente di rinunciare alle classiche vacanze estive nei paesi tropicali. All’inizio, soprattutto per la mia ragazza, è stato difficile accettare, in pieno agosto, di preparare la valigia con indumenti pesanti anzichè costume ed asciugamani. Negli ultimi sei anni abbiamo visitato paesi bellissimi come Kenya, Maldive, Cuba, Messico, Republica Dominicana, Emirati Arabi e alcuni anche diverse volte. Posso dire soltanto che alla fine del viaggio era più triste lei di me nel dover ripartire.
I FILM SULL’ALASKA
Essendo un appassionato di film girati in luoghi estremi non ne ho mai perso uno riguardante l’Alaska. Uno dei miei preferiti è senz’altro Into the Wild, basato sulla storia di Christopher Mc Candless che passò l’ultimo periodo della sua vita nel Denali National Park. Questo film in particolare spinge moltissimi turisti, durante l’estate, a intraprendere il viaggio per raggiungere il pulmino in cui lo stesso visse e farsi immortalare all’interno. Anche noi ovviamente, una volta arrivati in Alaska, ci siamo recati sul posto. Un altro dei miei film preferiti è The Grey, con Liam Neeson. Nello stesso è possibile cogliere le condizioni estreme in cui si viva in Alaska. Oltre ai film documentari o drammatici esistono comunque anche storie a lieto fine. Una di quelle conosciute da tutti, soprattutto dai bambini , è il cartone animato Balto. In realtà l’ultimo film della Disney con Willem Defoe intitolato Togo è in assoluto quello che più mi piace rivedere. Avevo già letto la vera storia dell’epidemia di difterite che si sviluppò a Nome, nel quale il nome di Balto venne osannato al punto di dedicare una statua ad Anchorage. Questa storia è invece più realistica e racconta in modo commovente la forza dei cani da slitta e del musher Leonard Seppala. Consiglio vivamente si vederlo almeno una volta .
LE ASPETTATIVE DEL VIAGGIO
Come tutti quelli che si avventurano in in queste terre desolate e selvagge l’aspettativa è quella di vedere da vicino la natura selvaggia. Tra le mie principali aspettative c’era sicuramente quella di vedere i famosi animali del Denali da vicino,di dormire nei cottage di legno tipici, di fare una crociera in barca per vedere con i miei occhi la splendida Resurrection bay, di percorrere in auto il famosissimo Turnagain arm e magari di vedere con molta fortuna l’aurora boreale ad Agosto. In particolare quest’ultima impresa sembrava essere impossibile ma la mia proverbiale fortuna mi ha aiutato.
LA MIA ESPERIENZA SULL’ORGANIZZAZIONE DEL VIAGGIO
Dopo mesi passati a monitorare i voli più convenienti ho deciso di optare per la Delta Airlines in cooperazione con Airfrance e Alitalia. La durata totale del viaggio era intorno alle 23 ore totali in andata e alle 22 e 30 al ritorno. Solo a leggere questi numeri i molti si scoraggerebbero ma c’è un fattore fondamentale da prendere in considerazione nei viaggi negli Stati Uniti. Gli scali tra un volo e l’altro dovrebbero prevedere almeno tre ore di scalo per poter stare tranquilli, soprattutto se si viaggia con bagagli al seguito. In ogni aeroporto americano infatti è necessario ritirare il bagaglio da stiva e imbarcarlo nuovamente sui rulli. Le file per i controlli di sicurezza possono essere anche di centinaia di metri, con accurato controllo del passaporto, delle impronte digitali e dell’Esta. In particolar modo quest’ultimo documento è molto importante per l’ingresso negli Usa, anche per un semplice scalo. Noi come al solito lo abbiamo fatto tramite sito ufficiale prima di prenotare i voli.
Altro importante fattore per evitare problematiche in aeroporto è l’acquisto di un lucchetto Tsa. Memori dell’esperienza vissuta nello scalo a Charlotte nel viaggio in Messico, abbiamo optato per l’acquisto di uno di essi su Amazon ad un prezzo economico. Con il senno del poi è stata un’ottima scelta. Come al solito abbiamo infatti trovato il foglio dell’ispezione TSA all’interno del bagaglio ma senza alcun danno. Due anni prima in Messico, il foglio all’interno delle valigie era sempre presente ma con la stessa completamente sottosopra, danneggiata e con i lucchetti tagliati. Tra l’altro mancava anche qualche indumento intimo, probabilmente rimasto a Charlotte. La polizia americana ha un passepartout che è in grado di aprire il lucchetto senza alcun ostacolo e ciò evita che la presenza di lucchetti non certificati insospettisca gli operatori aeroportuali, dando loro il semaforo verde per fare ciò che vogliono del bagaglio.
IL VIAGGIO IN AEREO
L’ANDATA
Tornando ai voli devo dire che l’esperienza con Delta è stata fenomenale sia in termini di comfort ma così così in termini di precisione. Noi siamo partiti alle 6 e 30 da Roma per arrivare a Parigi (CDG) alle 8 e 30 per poi prendere un alle 13 e 10 per Seattle, lo scalo principale per ogni aeroporto alaskano. Arrivati alle 14 e 30, contro le mie aspettative mi sono trovato in un mega aeroporto caotico, sporco e con bancomat non funzionanti. Come previsto sono sorti i classici problemi al controllo di sicurezza d’ingresso. Il passaporto della mia ragazza non è stato riconosciuto al primo tentativo dallo scanner del tornello, destinandola al controllo manuale del documento, per cui ci è voluta più di un’ora. Come atteso inoltre abbiamo dovuto ritirare il bagaglio da stiva e imbarcarlo nuovamente sui rulli. Per fortuna che il mio passaporto è stato immediatamente riconosciuto ed ho potuto imbarcare entrambi i bagagli in tempo. Il nostro scalo previsto di 3 ore e 30 minuti è trascorso in un attimo per via degli imprevvisti ma abbiamo dovuto fare i conti con la classica ora di ritardo dei voli per l’Alaska.L’aereo è partito alle 19 e 55 (ora USA) per arrivare ad Anchorage intorno alle 22 e 30. Già Anchorage anzichè Fairbanks!!! Spiegherò in seguito il perchè della scelta.
IL RITORNO
Al ritorno abbiamo optato per un primo scalo a Minneapolis (partenza da Anchorage alle 6 e 30) ed un secondo ad Amsterdam, da cui siamo poi ripartiti per Roma con un volo Alitalia. Il volo da Minneapolis ad Amsterdam, partito alle 19 e 45 ora locale, è stato talmente turbolento che sono stato agitato per tutto il tempo. Ho bevuto due litri di vino rosso e mangiato l’impossibile nel tentativo di prendere sonno ma senza esito. Per fortuna che Delta è fornita di una bella collezione di film ! Arrivati ad Amsterdam intorno alle 10 e 50 sono cominciati i problemi con Alitalia.Il volo previsto alle 12 e 05 ha portato quasi tre ore di ritardo anche se non è stata la cosa peggiore. Il personale ci ha fatto salire a bordo con un’ora di ritardo per poi lasciarci circa due ore all’interno senza aria condizionata e acqua con i portelloni aperti. Mai visto nulla del genere in circa 110 voli diversi presi.
PERCHE’ SCENDERE AD ANCHORAGE
Molte persone preferiscono scendere allo scalo internazionale di Fairbanks e poi affidarsi a guide del posto per visitare il Denali National Park. Noi abbiamo preferito scendere all’aeroporto Ted Stevenson di Anchorage per diversi motivi. Innanzitutto, avendo bisogno di un’auto, abbiamo avuto una vasta gamma di modelli ed agenzie di noleggio tra cui scegliere. Noi abbiamo optato per Alamo e ci siamo trovati benissimo. Un noleggio per 9 giorni ci è costato 750 euro e l’auto era spaziosa, automatica e consumava pochissimo.

Oltre alle comodità, la città è in una posizione strategica tra il Denali e la Kenai Peninsula e ciò ha permesso di programmare al meglio il nostro itinerario di viaggio, decidendo se visitare prima o dopo le due zone. L’aeroporto di Anchorage è uno dei più belli in cui abbia mai messo piede. Passeggiando tra i vari terminal è possibile vedere animali imbalsamati, aerei a singola elica sospesi, statue di personaggi famosi realizzate in rame ed uno stile interamente in legno. La città anche merita di essere visitata per i suoi negozietti tipici, i dintorni scenografici e alcune attrazioni. Ma ci tornerò in seguito.





L’ITINERARIO DI VIAGGIO IN ALASKA
Dopo aver studiato per un mese il percorso abbiamo finalmente buttato giù il nostro itinerario :
- Anchorage
- Potter Marsh
- Turnagain Arm con sentieri di trekking all’interno dei vari accessi dello sconfinato Chugach State Park
- Beluga Point
- Portage
- Kenai Peninsula con visita a Soldotna
- Seward ed Exit Glacier
- Crociera nella Resurrection Bay
- Wasilla
- Talkeetna
- Denali National Park
- Anchorage
Abbiamo fatto in totale circa 2900 chilometri senza nemmeno accorgercene.
DOVE ALLOGGIARE IN ALASKA
Dovendo percorrere tanti chilometri in auto abbiamo optato per dei soggiorni in località strategiche. Sicuramente in Alaska è possibile alloggiare in strutture caratteristiche dal fascino selvaggio. La maggior parte delle strutture ricettive sono piuttosto spartane ma anche uniche nel loro genere. Ad esclusione di Anchorage e Fairbanks infatti, non ci sono grandi catene alberghiere nelle quali poter godere di tutti i confort. Questo è un fattore importantissimo da considerare nella scelta del viaggio. Se siete persone che amano dormire in strutture alberghiere pluristellate, mangiare in ristoranti di lusso o bere qualcosa in locali “chic” l’Alaska non fa per voi. In coerenza con lo spirito della popolazione locale, le due parole d’ordine sono adattamento e sopravvivenza. Ricordo che in uno dei miei viaggi a Tromso, alla ricerca dell’aurora boreale, conobbi un famoso Aurora hunter brasiliano ma di origini italiane. Parlando tutta la notte mi aveva raccontato delle abitudini alaskane, dello scarso standard di pulizia, delle norme igieniche dei servizi ristorativi e delle strutture spartane. Ricordo che mi disse queste parole precise “L’Alaska o la ami o la odi”. Avendo soggiornato in tantissime strutture spartane in Islanda, nel Finnmark e in altre località non ho trovato grandi difficoltà. Dopo una serie di ricerche abbiamo quindi optato per prenotare la maggior parte delle notti su Airbnb . Questo ci ha permesso di dormire il località veramente suggestive in mezzo alla Tundra, accanto ai fiumi, circondati da sconfinati paesaggi a perdita d’occhio e anche da animali selvatici. Questo era proprio ciò che avevamo in mente. Se leggendo questo articolo a qualcuno venisse in mente di optare per il nostro stesso itinerario, mi sento di suggerire le seguenti tappe intermedie :
-Anchorage: nel caso il vostro volo arrivasse tardi e foste muniti di un’auto è sicuramente conveniente prenotare fuori dal centro della città. I parcheggi infatti sono tutti a pagamento ed inoltre le distanze da percorrere in auto sono veramente brevi. Noi abbiamo optato per una comoda sistemazione nell’Ingra Hotel , prenotando con Hotel.com, anche nell’ultima notte.
-Cooper Landing: piccolo ma bellissimo villaggio. Qui sembra di essere rimasti agli anni 50 con lodge in legno e locali tipici in cui è possibile guastare ottime colazioni in compagnia di pescatori e cacciatori. Inoltre è un ottimo punto di sosta per raggiungere Homer, a sud-est della Kenai Peninsula. Inoltre è possibile scendere a piedi accanto al bellissimo e coloratissimo Kenai River. Noi abbiamo soggiornato nello splendido Salmon Run Lodge .
-Seward: se si opta per una guesthouse appena fuori città di avrà la possibilità di dormire nel nulla circondati da alberi e silenzio. Inoltre, come successo a noi, si possono incontrare facilmente alci ed altri animali. Noi abbiamo soggiornato nel Glacier Creek Lodging.
-Wasilla : è una piccola cittadina e nord di Anchorage fornita di tutti i confort ( addirittura di un Burger King e di diversi supermercati). I prezzi sono molto economici e non c’è il caos della grane città. Noi abbiamo optato per il Pen Drive Place
-Cantwell: a circa 20 minuti di auto dal Denali. I lodge all’interno del parco sono costosissimi senza alcun motivo apparente. In questa zona invece è possible dormire e mangiare a basso costo ( ma benissimo) e gustarsi ogni giorno la splendida strada che conduce al parco ed alla piccola cittadina di Healy. Noi abbiamo optato per The Runway House.
COSE INDISPENSABILI PER IL VIAGGIO
Tra le cose da portare sicuramente in questo viaggio ce ne sono alcune di fondamentale importanza.
- La prima è sicuramente uno spray antizanzare. Anche se spesso la temperatura non consente di mettersi a maniche corte ( anche ad agosto) questi fastidiosi insetti sono presenti in quantità industriali .
- La seconda è un indumento impermeabile, meglio se un poncho. Il tempo è molto variabile è ci si può trovare in mezzo ad una pioggia a vento che vi costringerebbe a strizzare i vestiti.
- Un cento grammi meglio se impermeabile. Nel Denali fa molto freddo anche in estate. Io ho dovuto comprare una giacca impermeabile rivestita internamente in pile.
- Un binocolo: gli animali possono spuntare in ogni momento.
- Una fotocamera con teleobiettivo stabilizzato: io avevo un 200-500 Tamron ed è stato appena sufficiente. Ho deciso di cambiarlo con un 150-600 con moltiplicatore 2x.
- Assicurazione sanitaria: da fare assolutamente. I costi della sanità americana sono esorbitanti per non dire assurdi. Meglio spendere un centinaio di euro prima che 11.000 dopo.
- Una carta di credito: se si affitta un’auto, in alcuni punti i distributori possono anche distare 100 km e solo con self-service. Gi alaskani tendono a favorire molto i pagamenti elettronici.
- Medicinali vari ma sopratutto Buscopan, Immodium e Tachipirina. Come dicevo non sempre le norme igieniche sono rispettate e potrebbe capitare di mangiare carne o pesce non troppo cotto.
- Un paio di scarpe comode meglio se da trekking. L’occasione di fare delle lunghe passeggiate in mezzo alla natura alaskana non è paragonabile a nessun altra cosa.
- Tanto spirito di adattamento: non per niente in ogni luogo potete osservare la scritta “Alaska, the last frontier”.
- Un’enorme dose di attenzione per strada: capita spesso che animali selvatici di grossa taglia come Bull Moose o Grizzly possano attraversare la strada. I cartelli stradali di avvertimento sono sempre presenti per segnalare eventuali ostacoli in movimento così come i limiti di velocità. Andando al Denali un’enorme Alce ha attraversato la strada al veicolo davanti a noi che lo ha schivato prontamente sventando un tamponamento a catena.
- Cercare di prenotare le escursioni dall’Italia: nella stagione turistica è quasi impossibile trovare un posto per qualsiasi escursione.
Un articolo solo non basterebbe per descrivere l’avventura indimenticabile. Se siete interessati vi consiglio di consultare il mio prossimo articolo, nel quale descriverò dettagliatamente la nostra esperienza.



